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OSTIA FRA GLAMOUR E RILANCIO

Di Gianni Maritati

PONTILE DI OSTIA (FOTO DI PINO RAMPOLLA)

Figlio del Tevere e del Tirreno, il territorio di Ostia durante gli ultimi cento anni ha fatto da sfondo storico e “location” naturale alle avventure umane, sociali e professionali di tantissimi personaggi del mondo della cultura e dello spettacolo: attirati dalla selvaggia bellezza e dalla poetica vastità del mare, dall’aria buona e tersa, dal verde intenso delle rigogliose e ampie pinete e dai magnifici ruderi di Ostia Antica carichi di memorie e di arte, dagli eleganti villini e dagli stabilimenti balneari del Litorale Romano, dall’atmosfera magica e senza tempo sia del Borgo rinascimentale ad Ostia Antica che del Borghetto dei Pescatori ad Ostia Lido. Senza dimenticare le peculiari prelibatezze della cucina, gli hotel di lusso, i romantici tramonti sul Pontile, la bella e invitante sabbia ferrosa. E poi l’attrattiva speciale, irresistibile, fascinosa delle vacanze al mare, a due passi da Roma, desiderato appuntamento con la spensieratezza degli anni più verdi e con i primi amori della dolceamara adolescenza.

Prima di diventare una meta per tutti, tra glamour ed economicità vista la vicinanza con la Capitale, il Mare della Città Eterna può vantare un lungo e prestigioso passato ricco di glorie: dal mitico Enea al poeta latino Rutilio Namaziano, dai primi martiri cristiani come Sant’Aurea all’estasi di Santa Monica e Sant’Agostino ad Ostia Antica[1], dai vescovi locali che diventano papi a Michelangelo progettista di Tor San Michele. Fino all’epopea dei Bonificatori Romagnoli, che hanno ridato vita, speranza e progettualità ad un territorio abbandonato per secoli ai morsi mortali della malaria[2].

Il passato, come sappiamo bene, alimenta il presente e prepara il futuro. In questa prospettiva il primo gigante che ci viene incontro è Federico Fellini. Ostia ricordava a Fellini la sua Rimini, dov’era nato nel 1920. Ed è proprio ad Ostia che il regista dei sogni e dell’immaginazione ha ambientato alcune scene memorabili dei suoi film: “I Vitelloni”, “Amarcord”, “Otto e mezzo”, “La voce della luna” (quest’ultimo girato in buona parte negli Stabilimenti della Meccanica Romana trasformati poi in Cineland, la terra del Cinema). C’è un filo, e un feeling, che lega tenacemente Ostia Lido e Ostia Antica al mondo del cinema. A proposito – lo dico per inciso – dai tetti della Multisala Cineland, inaugurata nel 1999 in viale dei Romagnoli, si gode un inedito ed eccezionale panorama degli Scavi archeologici: perché non immaginare una nuova attrazione turistica? Ma torniamo a Fellini. E alla magia del cinema: un mondo di immagini, sentimenti e parole che, popolando il grande schermo, ci riporta alla mente personaggi immortali come Totò e Alberto Sordi, Anna Magnani e Walter Chiari, e in tempi più recenti attori e registi come Carlo Verdone, che spesso e volentieri hanno frequentato Ostia e lavorato a ridosso del mare.

Non è solo la vicinanza con Roma e Cinecittà a rendere Ostia “appetibile” per gli attori, le attrici e per tutta l’industria cinematografica, italiana e straniera. Soprattutto da “Domenica d’agosto” di Luciano Emmer (1950) in poi, Ostia è un set speciale e privilegiato, adatto a rievocare tante epoche storiche e a “rendere” credibili e coinvolgenti tantissime situazioni psicologiche ed emotive. Ostia è un “set naturale”, come osserva Giulio Mancini, giornalista e scrittore di lungo corso molto esperto e legatissimo a questo territorio. La magica Ostia ha il cinema nel sangue: essa stessa è “cinema”, un meraviglioso intreccio fra natura e cultura, storia e immagine. “Ostia set naturale. Luoghi e magie del cinema sul litorale romano” è proprio il titolo che il giornalista di Ostia Giulio Mancini ha voluto dare ad uno dei suoi meravigliosi saggi illustrati con numerose fotografie d’epoca (edizioni Il Librario)[3]. L’opera rappresenta una sorta di guida alla storia del Lido attraverso i film che lo hanno rappresentato. L’autore ha contato, documentato fotograficamente e descritto circa 130 pellicole che hanno una o più scene girate a Ostia. Una realtà e una continuità storica che fa di Ostia la seconda location d’Italia dopo Roma per numero di film. La spiaggia, l’abitato in stile liberty, la pineta, le attrezzature turistiche hanno fatto da set ideale per tantissimi registi, i massimi in Italia. Qui ha esordito alla regia Franco Zeffirelli (Camping, 1957), Fellini ha ricostruito la sua amatissima Rimini, Alberto Sordi ha interpretato i suoi maggiori successi, Sophia Loren e Marcello Mastroianni hanno mosso i loro primi passi. Questa è stata la palestra per registi del calibro di Dino Risi, Ettore Scola, Alessandro Blasetti, Alberto Lattuada, Marino Girolami, Luigi Comencini, Steno (Stefano Vanzina), Mauro Bolognini, Antonio Pietrangeli (indimenticabili le prime scene di “Io la conoscevo bene”, con Stefania Sandrelli, 1965). Persino Woody Allen ha riconosciuto alla spiaggia della Capitale un ruolo da raccontare nel film “To Rome with love” (2012).

Un altro gigante che ci viene incontro è Pier Paolo Pasolini. Come tutti sanno, Pasolini è morto all’Idroscalo di Ostia, ucciso da mani ancora ignote. Lo trovarono cadavere la mattina del 2 novembre 1975, Anno Santo. Appresa la tragica notizia, un uomo di Chiesa quel giorno, durante la Messa, gli rivolse un pensiero e una preghiera: mons. Clemente Riva, che qualche mese prima era stato consacrato vescovo ausiliare di Roma per il settore sud, che comprende anche Ostia, dove avrebbe lasciato un ricordo indelebile e un’eredità spirituale profonda. Pier Paolo Pasolini è stato uno dei più grandi e originali poeti, registi e intellettuali del Novecento: muore vicino alla foce del Tevere, rievocata dal Sommo di tutti i poeti italiani, dal regista in versi dell’universo ultraterreno, dall’intellettuale-sintesi del Medioevo. Tante volte Pasolini, che amava Dante profondamente, aveva prefigurato la sua morte violenta: «In un debole lezzo di macello / vedo l’immagine del mio corpo: / seminudo, ignorato, quasi morto. / E’ così che mi volevo crocifisso, / con una vampa di tenero orrore, / da bambino, già automa del mio amore»[4]. Gestito dalla Lipu che proprio lì, vicino all’Idroscalo e al Porto Turistico di Roma, ha un’Oasi naturalistica molto ricca e importante specie per le scuole e i giovani, un bellissimo Parco letterario – impreziosito dal celebre monumento dell’artista Mario Rosati, più volte restaurato dopo periodi di abbandono e atti di vandalismo – ci ricorda l’immensa anche se controversa eredità poetica, letteraria, cinematografica, saggistica e giornalistica di Pasolini, ma soprattutto la sua coerenza di vita, la sua lucidità di pensiero, la sua “disperata vitalità”, la sua sempre attuale “scomodità”. Lo stesso Rosati ha conosciuto personalmente Pasolini, ne ha coltivato i temi e l’ispirazione e gli ha dedicato un libro autobiografico[5]. Al grande poeta e regista hanno anche intitolato un “Sentiero”, un percorso ciclopedonale dal Grande Raccordo Anulare al mare di Ostia: 24 km lungo il Tevere, fino a quel Parco che è una testimonianza visiva e poeticamente drammatica del suo ultimo viaggio nella vita. Particolare importante: Pasolini frequentava l’Idroscalo (location importante nel film “Ostia” del 1970, regia dell’amico Sergio Citti e sceneggiatura dello stesso Citti con Pasolini) perché il poeta-regista lo considerava come una “periferia della periferia”, e lui amava i posti più lontani possibile dalla civiltà e dal progresso, e poi perché lì c’erano quegli ampi spazi che gli consentivano di giocare a calcio, il suo sport preferito. Quell’Idroscalo dove vive e lavora Sergio Leoni, ristoratore di lungo corso, che da ragazzo ha interpretato il figlio di Alberto Sordi “tassinaro”.

OSTIA LE TRACCE DELLA STORIA (COP)Anche Lucio Battisti ha legato il suo nome ad Ostia. Esiste una foto in cui il grande cantautore nel 1959 (ha dunque 16 anni, è in costume e ciabatte ed è piuttosto paffutello) appare appoggiato ad una ringhiera dello Stabilimento balneare Battistini, accanto al Pontile, insieme alla sorella Albarita e ad altre tre ragazze. Trasferitosi a Roma nel 1950 con la sua famiglia originaria del Reatino, Battisti infatti trascorre ad Ostia le vacanze estive. E anche qui, fra mare e cielo, ci piace pensare che coltivasse la sua passione travolgente per la musica e trovasse l’ispirazione giusta per i suoi indimenticabili successi. Come “Balla Linda”, il primo grande classico del cantautore, che Lucio dedicò alla madre, che si chiamava proprio Linda, di Anna Falcone, la bambina che appare nella stessa foto e che da grande l’avrebbe regalata al compianto Roberto Gruppo per arricchire la sua fantastica e sterminata collezione di immagini su Ostia.

Esistono infatti altre foto che testimoniano l’amore per Ostia di tanti personaggi famosi. Ce n’è una molto bella e suggestiva, in spiaggia, che ritrae il poeta romanesco Trilussa con un’amica. E ce n’è un’altra, ancora in bianco e nero, che coglie il fisico Enrico Fermi in uno Stabilimento di Ostia nel 1936 insieme ai suoi amici e colleghi Giancarlo Wick ed Edoardo Amaldi con le rispettive famiglie. Già leader dei “ragazzi di via Panisperna”, due anni dopo Fermi avrebbe ricevuto il Premio Nobel per la fisica. É una scena quasi bucolica, quella della foto, dove i personaggi dialogano, sorridono, prendono piacevolmente il sole. Un momento di serenità, quasi di felicità: l’essenza stessa di una giornata spensierata al mare di Ostia, il nostro infinito serbatoio di energie, il grembo azzurro di tutte le nostre emozioni.

     Un altro grande personaggio del mondo dello spettacolo da ricordare è l’attrice israeliana, Premio Oscar nel 2011 per “Il cigno nero”, Natalie Portman, che nel 2022 ha realizzato con ben cento musiciste rock, fra i magnifici Scavi archeologici di Ostia Antica, un video celebrativo del talento delle donne e promozionale del suo film, “Thor: Love and Thunder”, portando in scena una canzone della colonna sonora, un brano storico dei Guns N’ Roses, “Sweet Child O’ Mine”.  

Per approfondimenti, consultare la Bibliografia in Gianni Maritati, “Ostia, le tracce della Storia”, Amazon, 2022, pp. 91-95.

NOTE

[1] Cfr. G. Falbo, Santa Monica, Milano 2003.

[2] Cfr. G. e V. Lattanzi, P. Isaia, Pane e lavoro. Storia di una colonia cooperativa. I braccianti romagnoli e la bonifica di Ostia, Venezia 1986; L. Madeo, Gli scariolanti di Ostia Antica. Storia di una colonia socialista, Firenze 1989; M. Severa, Ostia. Dalla bonifica alla ricostruzione, Milano 2019.

[3] Cfr. G. Mancini, Ostia set naturale. Luoghi e magie del cinema sul litorale romano, Roma 2014; Ostia vista dall’alto, Roma 2012.

[4] P. Pasolini, «L’ex-vita», vv 1-6, in L’usignolo della Chiesa Cattolica, Milano 1958.

[5] Cfr. M. Rosati, Memorie di un ragazzo di borgata. Ricordando Pierpaolo Pasolini, Roma 2014.

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