INTELLIGENZA ARTIFICIALE, OPPORTUNITA’ E PERICOLI

Di Gianni Maritati

  A trent’anni dall’esplosione popolare di Internet, e a dieci dall’avvento tempestoso dei social network, una nuova e travolgente rivoluzione digitale sta attraversando il mondo intero, ponendo – oggi come allora – seri interrogativi sul processo di produzione giornalistica e su quello della creatività artistico-letteraria: l’intelligenza artificiale (IA), soprattutto quella conosciuta come “generativa” (pensiamo a ChatGpt, molto popolare in Italia, o a Contents.com), in grado cioè di “generare”, a ritmi rapidissimi e utilizzando opportune tecnologie e applicazioni, contenuti come immagini, audio, video, grafici e così via. La maggior parte delle persone e dell’opinione pubblica ne è spaventata, ma si tratta di coglierne le opportunità e soprattutto di dare all’IA un’anima etica, precisi indirizzi politici, legislativi ed economici nazionali e sovranazionali in uno spirito comune di ricerca, di supporto e di collaborazione. Una valanga digitale che va conosciuta, valutata e contenuta, non combattuta a priori o addirittura ignorata. Per poi indirizzarla, il più possibile, nel verso giusto. Si apre così una ridefinizione del ruolo di giornalista e, per le aziende di comunicazione e informazione, la possibilità di risparmiare moltissimo su tempi e costi.

In campo giornalistico la diffusione e il potenziamento dell’IA porta inevitabilmente ad un’ampia ristrutturazione aziendale, con il pericolo di “sostituire” l’intelligenza umana con quella artificiale, i giornalisti con una sfera digitale sempre più potente ed “autonoma”. In realtà qui si impone un atteggiamento di grande cautela. In una società democratica l’informazione deve essere libera, responsabile, trasparente, completa, verificata e controllata. In questo senso l’elemento umano – con la sua irriducibile originalità e competenza – non può, anzi non deve essere emarginato o addirittura oscurato dall’IA. Come dire: l’IA può fornire vasti contenuti in pochissimo tempo, con programmi e strumenti digitali sempre più raffinati e automatici, ma è il giornalista ad avere sempre l’ultima parola, è sua la responsabilità morale di quello che immette nel circuito dei media ed offre al lettore o al fruitore, è sua la capacità di attribuire correttamente il copyright e di indicare le fonti.

L’IA come alleata del giornalismo, dunque, cui vengono affidati compiti di ricerca dei dati, di raccolta delle informazioni, di controllo linguistico e di traduzione, sgravando così il giornalista da quelli più oscuri e meno gratificanti, visto che “lei” può esaminare con precisione milioni di documenti, per non parlare delle sintesi e dei riassunti, della ricerca delle immagini appropriate e degli esperti o dei testimoni da intervistare. Il risparmio delle spese, però, non deve andare a scapito della qualità dell’informazione. Infatti – ed è questo l’auspicio di tutti – l’IA diventerà una sorta di assistente personale dei giornalisti e delle redazioni, riducendo i costi altissimi sopportati dalle grandi piattaforme online e dagli editori digitali.

intelligenza artificiale

Di certo il giornalismo (quello vero, non del copia e incolla) è destinato a cambiare e anche molto rapidamente ed esponendosi anche a dubbi, pericoli, perplessità. Qualche grave insidia si profila già oggi, in un contesto spesso caotico, ma bisogna accogliere le novità positive ed arginare gli aspetti che suscitano preoccupazione o addirittura condanna, da parte dei redattori e degli editori che temono di perdere il loro prezioso ruolo di supervisori che “certificano” la qualità e la completezza dell’informazione. Usata consapevolmente e in modo corretto, l’IA può aiutare il giornalista ad elaborare testi più ricchi e informati, a raggiungere un pubblico più ampio e diversificato, a fare sintesi di tante fonti, notizie e sollecitazioni, a inventare domande più originali, puntuali e personalizzate. L’IA può fornire ai giornalisti testi pre-lavorati, suggerire piste di ricerca, immagini ed espressioni più vicine al gusto e agli interessi dei lettori/fruitori, uno stile più adeguato al profilo della testata e degli utenti.

Naturalmente i pericoli sono dietro l’angolo, specie in questa fase ancora iniziale e spesso confusa e contraddittoria: la diffusione di “fake news”, l’elaborazione di un contenuto dato per certo e controllato dalla supervisione “umana” che invece è solo frutto di un software dell’IA, il rischio stesso di considerare l’IA come un’autorità, una voce indiscutibile, una garanzia inconfutabile perché oggettiva e impersonale (l’essere umano invece sarebbe “prigioniero” delle sue passioni ideologiche, dei luoghi comuni, di interessi particolari). Altissima deve essere dunque l’attenzione alle idee complottiste, alle ideologie inaccettabili o alle ricostruzioni che appaiono fantasiose, ai retroscena stravaganti. Per questo bisogna sviluppare una competenza specifica e continuamente aggiornata, orientata sempre alla ricerca della verità e dell’obiettività, non alla dittatura dell’algoritmo. Senza dimenticare un fatto importantissimo: in alcuni campi o in alcune occasioni, il ricorso all’IA può essere decisamente inutile, superfluo. E poi, l’IA non è sempre infallibile: non è una divinità in grado di esprimere sempre responsi validi e convinzioni sicure. E’ un prodotto dell’intelligenza umana, e quindi capace di sbagliare. Sa imparare certo dai propri errori ma dobbiamo liberarla da una certa aura di perfezione soprannaturale.

Questi princìpi vanno tenuti ben presenti anche nel campo della creatività artistico-letteraria. L’IA può aiutare, potenziare e diffondere in modo sostanziale l’opera di un pittore o di un musicista o di uno scrittore. Qui le paure però si concentrano sul tema del copyright, perché il rischio del plagio è sempre più incombente e insidioso. Un artista può elegantemente “rubare” un’idea sul web e spacciarla come propria, magari con qualche ritocco sapiente. In tema di libri, uno scrittore può appropriarsi indebitamente di materiale rintracciato ed elaborato dall’IA e proporlo ai lettori/fruitori come proprio o farne un punto di partenza per un saggio o per un romanzo, senza dichiarare l’apporto che l’IA ha avuto nel suo processo di creazione letteraria.

La stessa IA può essere “creatrice” di contenuti artistici e letterari. Non solo. Si può porre come “autrice” di un libro o di una rivista di un fumetto, rivoluzionando i concetti di “proprietà intellettuale” e di “inedito”. Qui il dibattito è ancora molto aperto e articolato. L’essenziale è usarla come strumento e dichiararlo: l’IA può senz’altro potenziare la creatività umana, fornendo orizzonti storico-culturali, materiali e idee come mai in passato era accaduto per gli scrittori. E con una rapidità sconvolgente. Anche qui. L’IA non può sostituire i giornalisti e gli scrittori, il loro talento e la loro sensibilità. Autori che oggi, grazie all’IA e ai continui progressi tecnologici, possono contare su una vasta molteplicità delle fonti d’ispirazione, sulla velocità della correzione delle bozze e delle traduzioni, su un bagaglio di video, audio e immagini incalcolabile. Uno scrittore di libri deve essere sempre più anche un raffinato e smaliziato esperto digitale. Le grandi aziende tecnologiche dovrebbero favorire questo sviluppo della creatività, rendendolo corretto e armonioso, non instaurando un loro monopolio o un loro oligopolio: servono perciò nuove leggi, ispirate al pluralismo culturale e alla “biodiversità” delle idee e delle esperienze, che sappiano salvaguardare i diritti degli autori e la libertà dei cittadini che usufruiscono delle loro opere su supporti cartacei o digitali. L’importante è tenere conto che il panorama generale è in continua evoluzione e cambiamento e che perciò si pongono sempre nuove sfide, nuovi problemi ed emergenze.

(Dal mensile “Leggere tutti”, febbraio 2024)

MISTERI E VERITA’ NELLA VITA DI UN MEDIUM” CONTINUA A SEMINARE STUPORE. NE SONO AUTORI MARIA ANGELA CASANO E ANGELO CACCIATO

A undici anni dalla prima pubblicazione, esce la seconda edizione di Misteri e Verità nella vita di un medium, La Moderna Edizioni Enna 2024, di Maria Angela Casano e Angelo Cacciato.

Il romanzo sperimentale continua ad affermarsi e a riscuotere consensi.

La tematica centrale è il paranormale, contenuto costante di Misteri e verità. Protagonista è unMISTERI E VERITA' DI MAC (COPERTINA) ragazzo siciliano che all’età di quattordici anni è vittima di fenomeni occulti che lo introducono – suo malgrado- nel mondo del mistero per eccellenza.

Tutto ha inizio con un sogno premonitore. Il ragazzo vede in sogno un’anziana donna nerovestita, sguardo minaccioso e agghiacciante che con voce infernale gli ripete “non ti darò pace, non ti darò pace”. Il sogno si manifesta tale e quale nella realtà la sera successiva. La stessa donna resasi visibile, ripete la medesima minaccia. La di lei presenza semina smarrimento, paura e disorientamento a cui sarà data risposta solamente nel momento in cui Alfio, l’anziano medium di Catania, svelerà l’arcano e renderà edotto il ragazzo delle facoltà benefiche che egli possiede. Tutto pare acquietarsi.

Ma solo per poco. Nell’ambiente in cui egli vive con la sua famiglia, pregiudizio, invidia e ignoranza prendono il sopravvento. Maldicenze e dicerie si propagano a macchia d’olio. La storia diventa un caso. Una grave forma di costante emarginazione coinvolge per oltre 30 anni il protagonista e la sua famiglia.

L’incontro casuale avvenuto in Sicilia nell’estate del 2004 tra il sociologo Angelo Cacciato e Maria Angela Casano, sorella del protagonista, segnerà una svolta. Il sociologo venuto a conoscenza della storia, unica nel suo genere, manifesta l’idea di portarla alla luce. Nasce così il romanzo Misteri e verità nella vita di un medium.

La seconda edizione di “Misteri e verità nella vita di un medium”, La Moderna Edizioni Enna 2024, vanta le prefazioni di Gennaro Francione, Fondatore e Presidente dell’Unione Europea dei Giudici Scrittori, e di Vincenzo Guzzo, studioso delle religioni, dei miti, dei simboli e della dimensione archetipica.

Nell’Appendice di questa nuova edizione sono stata incluse le recensione di importanti studiosi e giornalisti, Sandro Consolato, studioso di storia delle idee, di esoterismo e di religioni, Giuseppe Accascina, direttore della rivista della Società di Storia Patria della Sicilia meridionale e, Gianni Maritati, giornalista e scrittore, vice caporedattore nella Redazione Cultura e Spettacoli del TG1.

Lo scopo della pubblicazione, per espressa volontà del protagonista, è quello di mettere in guardia le persone sprovvedute e di aiutare a capire chi realmente viene colpito da questi fenomeni occulti invitando i lettori (soprattutto i più giovani) a non addentrarsi in questo pericoloso mondo.

L’opera vanta uno stile aulico, altamente letterario, pieno di citazioni bibliche, letterarie (e si parla anche di classici greci e latini) ma al contempo talmente elementare che si presta alla comprensione di qualsiasi lettore; l’unica cosa che – implicitamente ma all’istante- suscitano le prime righe è la curiosità del lettore.

IL LIBRO DELLA SETTIMANA 1

la volpe che amava i libri (cop)

IL LIBRO DELLA SETTIMANA 2

IL MEDICO DI ROMA (COP)

IL LIBRO DELLA SETTIMANA 3

IL CAMMINO DELLA LUCE COP_

PRISMA. Di Gianni Maritati. Con Ruggero Pianigiani

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