LO SPIRITO CLEMENTINO

di Gianni Maritati

Il vescovo rosminiano Clemente Riva (1922-1999) è un esempio e un modello per tutti e per tutte, anche indipendentemente dalla fede cattolica. Sulle orme del Vangelo, del filosofo e teologo dell’Ottocento Antonio Rosmini e del Concilio Vaticano II, Mons. Riva ha improntato la sua vita all’umiltà e al servizio.

RIVA VESCOVO

Noi dell’Associazione culturale “Clemente Riva” di Ostia, fondata nel 2010, abbiamo l’impegno di seguire il suo esempio e di imitare il suo modello. Lo “spirito clementino” è fatto di armonia e misura, pazienza e tolleranza, creatività e inclusione. E’ uno spirito costruttivo, sempre, anche nelle avversità e nelle incomprensioni. E’ fatto di rispetto: per tutte le persone e per tutto il Creato. Ci accomuna l’immenso amore per i libri, l’arte e la cultura in tutte le sue forme ed espressioni (che anche Mons. Riva metteva in primo piano) con il doppio obiettivo di diffondere la rosminiana “carità intellettuale” e di fare beneficenza a favore dei più fragili. Altri tratti distintivi dello spirito clementino: l’ascolto e la generosità, la continua ricerca della pace, il dialogo, lo spirito critico, lo stare insieme e volersi bene, l’individuare scopi comuni, uno spiccato senso civico, l’attenzione ai segni dei tempi e alla Storia.

OGNI VOTO CONTA

di Ruggero Pianigiani

La partecipazione al processo elettorale rappresenta uno dei pilastri fondamentali di qualsiasi società democratica. Ogni volta che si avvicinano le elezioni, siamo chiamati a compiere un gesto di fondamentale importanza: andare a votare. Questo atto, apparentemente semplice, riveste appunto un’importanza cruciale per il funzionamento sano delle istituzioni democratiche e per la nostra stessa vita in comunità. Ogni voto conta e rappresenta un’opportunità per far sentire la propria opinione su questioni che ci toccano da vicino, che si tratti di politiche nazionali, di programmi locali o di questioni sociali. Andare a votare è un atto di difesa della democrazia stessa e dei diritti civili. In molte parti del mondo, la libertà di voto è stata conquistata a caro prezzo, con lotte e sacrifici che non possiamo permetterci di dimenticare. Tuttavia, è inevitabileVOTARE (COP) che talvolta ci sentiamo delusi od impotenti davanti alla mancanza di un cambiamento reale, riguardo le gravi problematiche che affliggono la Società e l’individuo. In questi momenti di frustrazione, è cruciale perseverare nella partecipazione civica e mantenere viva la speranza, perché l’astensione non risolve i problemi e può persino perpetuare lo status quo. La preoccupazione che gli eletti possano essere manipolati da organismi sovranazionali è una delle sfide che molte democrazie affrontano. Alcuni cittadini possono temere che i loro rappresentanti politici, una volta eletti, possano essere influenzati da interessi esterni, come organizzazioni internazionali, multinazionali o altri governi. L’interesse pubblico e la partecipazione attiva sono fondamentali per mantenere una democrazia sana e vibrante. Sebbene sia comprensibile sentirsi delusi, bisogna sempre cercare modi per influenzare positivamente il processo politico, perciò gli elettori possono utilizzare il loro voto per esprimere il loro dissenso nei confronti dei candidati o dei partiti politici che sembrano essere troppo influenzati da interessi esterni. Questo potrebbe significare non votare per quei candidati o partiti, o sostenerne altri che sembrano più impegnati a proteggere gli interessi dei cittadini, questo può essere un modo per affrontare la delusione e lavorare verso il cambiamento desiderato.

MIO NOVECENTO” DI ROBERTA SICOLO, UN ROMANZO CHE RIEVOCA L’EPOPEA DEL QUOTIDIANO

Recensione di Alessandro Testa

Oggi parliamo del libro “Mio Novecento” dell’Autrice ed Insegnante Roberta Sicolo, laureata in Storia Moderna e appassionata di Scrittura e Letteratura.

MIO NOVECENTO (COP)Il titolo evoca istantaneamente le grandi tematiche che hanno contrassegnato il cosiddetto “Secolo Breve”, ma fin dal primo approccio comprendiamo di trovarci di fronte ad un’opera ben più vasta, capace di toccare le corde del cuore attraverso una sapiente narrazione di racconti di vita vissuta che hanno coinvolto in prima persona sia l’Autrice che la sua Famiglia. Le vicende descritte si dipanano lungo il filo di sei racconti scorrevoli e ben delineati, i quali ci accompagnano alla riscoperta di valori passati che abbiamo il dovere di preservare. Utilizzando uno stile colloquiale semplice e profondo allo stesso tempo, veniamo condotti nella vita quotidiana delle persone che hanno contribuito in maniera significativa al variopinto mosaico di esperienze esistenziali che hanno posto solide basi al tessuto Sociale e Culturale del nostro Paese.

Le vicende personali e familiari prese in esame sono davvero variegate, coprendo un arco temporale che abbraccia il periodo dell’emigrazione degli italiani negli Stati Uniti fino alla vittoria degli Azzurri nel Mondiale di Spagna 1982, passando per il referendum sul divorzio e attraversando il tragico rapimento di Aldo Moro.

Nel quadro degli avvenimenti storici che hanno marchiato indelebilmente l’evoluzione del nostro Paese, l’Autrice ha saputo integrare con gradevole efficacia elementi di vita quotidiana che, soprattutto inseriti nel contesto sociale di pertinenza, riescono a dare esatta rappresentazione di ciò che siamo stati e di ciò che siamo. Soprattutto, restituiscono al lettore una dimensione umana fatta di emozioni autentiche ed insegnamenti da tramandare. Parliamo di “dimensione umana” con esplicito riferimento ai tempi attuali, laddove l’uso pervasivo ed invasivo della tecnologia rischia di adombrare la preziosa eredità delle generazioni passate: a tal proposito, è degno di nota il monito che l’Autrice dedica a questo tema nelle pagine introduttive del libro.

In definitiva, si tratta di una lettura dal sapore dolce e nostalgico, capace di lasciare impressioni durature e di ispirare importanti riflessioni che coinvolgono anche il nostro possibile futuro.

Una lettura non soltanto emozionante e commovente, ma anche illuminante e straordinariamente formativa sia per le “vecchie” che per le nuove Generazioni.

EMANUELA BUCCIONI, “LA PREGHIERA NELL’ANTICO TESTAMENTO” E ROSANNA VIRGILI, “LA PREGHIERA DEI SALMI”: DUE NOVITA’ SAN PAOLO

    1. Nelle Scritture bibliche, e in particolare nella serie di quarantasei libri che chiamiamoLA PREGHIERA NELL'ANTICO TESTAMENTO (COP) Antico Testamento, sono presenti varie sensibilità e sottolineature riguardo lo spirito della preghiera. Le situazioni mutevoli della vita fanno emergere l’esigenza di essenzialità, chiarezza o consolazione e la preghiera si modula con esse nella relazione del tutto della persona con il Signore che è Dio nostro. La preghiera è dunque tensione, mai pienamente realizzata, verso quanto il Signore ricerca dall’essere umano: ascolto e alleanza, fonte di amore. Credere e pregare che Dio è l’Uno porta a unificare cuore, anima e forze per andare – trasformati – incontro al prossimo. Le situazioni della vita con le persone che le animano, le gioie e le speranze, i dolori e le angosce, sono nella preghiera presentate al Signore. Egli si pone accanto a ciascuno nella condizione reale in cui si trova e lo invita a fare dei passi insieme a lui. Attraverso l’approfondimento, la preghiera e la prassi si assume gradualmente lo sguardo di Dio, che di racconto in racconto, di esperienza in esperienza, si mostra più profondo e più vasto di quello che l’essere umano pensa.

    1. Pregare con i Salmi è tradizione antichissima, biblica, patristica e monastica, degliLA PREGHIERA NEI SALMI (COP) ebrei e dei cristiani. Libro della liturgia ufficiale di Israele, i Salmi sono diventati poi i testi della preghiera cristiana, anche liturgica (si pensi al Salmo responsoriale). Il Salterio è un “microcosmo” di molteplici aspetti: letterario, simbolico, teologico, dell’umanità, della preghiera, della storia, della liturgia. Microcosmo dell’Antico Testamento, microcosmo cristiano, poiché, come scrive Ugo di San Vittore, «tutta la divina Scrittura costituisce un unico libro e quest’unico libro è Cristo». Come l’intera storia di Israele — occasione della fedeltà di Dio al suo alleato — è narrata nei Salmi, così il Salterio contiene il grido, il dolore, la letizia e la tristezza, i timori, i dubbi, le speranze, l’esperienza tutta della vita e della morte umana. Contiene una «anatomia di tutte le parti dell’anima », secondo il famoso aforisma di Calvino. La musica e la poesia della cui materia sono fatti i Salmi è infine capace di rendere i versi di un “io” orante, la voce di tutta l’assemblea, sia quella di Israele che quella della Chiesa.

LA FESTA DEL LIBRO DI OSTIA IN TV (DA GIULIANO TESTA)

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IL LIBRO DELLA SETTIMANA

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PRISMA. Di Gianni Maritati. Con Ruggero Pianigiani

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