GUIDA AI FIUMI DI ROMA. STORIA, PAESAGGI E PERCORSI TRA LE ANTICHE VIE DELL’ACQUA” DI STEFANO MARINUCCI

EDIZIONI INTRA MOENIA

di Gianni Maritati

Tutti conoscono l’importanza che il Tevere (il Fiume per eccellenza) con i suoi affluenti da sempre ha rivestito e tuttora riveste per Roma: la sua nascita, il suo sviluppo, il suo rapporto con l’ambiente. Meno conosciuti sono i corsi d’acqua del territorio attorno alla Capitale e in definitiva in tutto il Lazio. Questa “Guida ai fiumi di Roma” di Stefano Marinucci, pubblicata da Intra Moenia, non è la consueta guida di tipo turistico, anche se esorta a vedere quei tesori liquidi così intrisi di storia e leggenda. E’ prima di tutto una sorta di censimento del nostro patrimonio fluviale, che in più denuncia con forza il degrado al quale da tempo è sottoposto. L’attenzione si concentra soprattutto su fiumi e torrenti generalmente ignorati o trascurati: luoghi che una volta erano di una bellezza inimmaginabile, segnati da vicende mitiche, ma che adesso subiscono l’offesa dell’asfalto e del cemento secondo una visione distorta e autodistruttiva del progresso.

Il territorio laziale è un vasta area che vede sorgere, scorrere e morire un gran numero di corsi d’acqua: da quelli più noti come l’Almone, l’Arrone, il Treja, a quelli più apprezzati dai naturalisti come il Fibreno e il Mignone, e infine a quelli sconosciuti ai più come il Rio Torto, il Melfa, il Fosso Vaccina…

E’ qui che si passa dalla conoscenza alla denuncia, appunto. Bisogna reclamare il rispetto della Natura, anche perché la presenza umana una volta lasciava solo segni di straordinario amore per l’ambiente, tradizioni millenarie, vestigia suggestive, presenze sacre. L’autore perciò invita a scoprire e a riscoprire quei corsi d’acqua che hanno accompagnato e favorito il cammino della civiltà, nell’orizzonte di una coscienza ecologista capace di intervenire contro quel degrado sempre più odioso ed aggressivo.

Stefano Marinucci nasce a Roma. Scrittore dell’ambiente, Tecnico Competente in Acustica della Regione Lazio. Nel 2006 vince il concorso Profondo Giallo Mondadori con il racconto Il Maestro delle Soffianti (pubblicato nel 2023 da Golena Edizioni). Dal 2014 pubblica numerosi racconti con diverse case editrici e riviste letterarie (Malatempora, Giulio Perrone editore, Statale 11, L’Occhio di Horus). Nel 2022 scrive la sua prima inchiesta ambientale, per la testata online Abitarearoma. Allievo di Elena Stancanelli e Cinzia Tani, ha frequentato laboratori di scrittura con Pietro Pedace, Francesco Piccolo, Andrea Camilleri. Per le edizioni Intra Moenia ha pubblicato C’era una volta la Collatina.

TORNA DOPO 50 ANNI “LA LUNA NELLE BARACCHE”, ROMANZO DI ALBERTO MANZI, EDIZIONI DI STORIA E LETTERATURA

di Gianni Maritati

A cinquant’anni dalla prima pubblicazione presso Salani, ritorna “La luna nelle baracche”, il romanzo del mitico Alberto Manzi, nato cento anni fa e divenuto famoso negli anni Sessanta grazie alla trasmissione Rai “Non è mai troppo tardi”, che contrastava l’analfabetismo ancora diffuso nella popolazione italiana.

L’opera educativa del Maestro Manzi si è svolta, però, anche in vari Paesi sudamericani dove si era recato la prima volta solo per motivi di studio. Ma il contatto diretto con una realtà sociale segnata dall’ingiustizia e dall’ignoranza, volute dai potenti, lo ha convinto a mettere il suo sapere al servizio dei campesinos: oppressi, poveri ed emarginati dalle classi più forti. Ne è nato questo romanzo dai toni e dai tratti evangelici che, lontano dichiaratamente da ogni partigianeria politica, prende le difese dei più deboli e dei loro diritti.

Il protagonista è un contadino di 30 anni, Pedro, che lavora tantissimo e che sa leggere e scrivere grazie a un sacerdote italiano. Forte di questa istruzione, comincia a ragionare, a sentirsi uomo, a chiedere di essere trattato (lui e tutti contadini del suo villaggio) come un essere umano, non come una bestia da soma. Comincia a conoscere i suoi diritti, si rifiuta di mangiare foglie di coca (i sorveglianti le davano ai campesinos perché non sentissero la fatica del lavoro ma anche per annebbiare loro il cervello) e si reca in città per iscriversi al sindacato, visto che la condizione necessaria per farlo era saper leggere e scrivere. Alla fine di tante traversìe, la legge del più forte prevale, per il momento, ma Pedro getta un seme di libertà e di coscienza…

L’opera pedagogica di Alberto Manzi, vista con sospetto e addirittura ostacolata da quei regimi autoritari, ha avuto perciò un importantissimo risvolto internazionale. In questo romanzo l’autore trasmette la sua chiara visione delle cose, un concetto di cultura come ricerca ed emancipazione, libertà dalla logica della sopraffazione, impegno e civiltà.

AMLETO IN VERSIONE DISNEY

di Gianni Maritati

Un capolavoro teatrale di William Shakespeare, “Amleto”, viene rivisitato in chiave Disney. Apre questo bellissimo volume l’originale racconto illustrato a fumetti, qui pubblicato per la prima volta: disegni dinamici e coinvolgenti che ci trasportano con la fantasia nella fredda Danimarca. Topolino interpreta il Principe Amleto e Paperino l’amico Orazio. Rivive così un classico senza tempo, una pietra miliare nella storia della letteratura mondiale. Testo di Tea Orsi, disegni di John Loter e Marco Bucci, che dimostrano una conoscenza profonda dell’opera che li ha ispirati. A seguire, viene ripubblicata una famosa (e gustosa) Parodia Disney del 1960, con disegni del grandissimo Giovan Battista Carpi, un Maestro indimenticabile, e testo di Gian Giacomo Dalmasso. Una storia anche qui ricca di ironia e colpi di scena, con Paperin Amleto protagonista di un avventuroso delirio onirico: “Paperin Amleto principe di Dunimarca”. Al Bardo di Avon sono dedicati i due capitoli introduttivi: “Le opere di William Shakespeare” e “Celebrità e misteri”. Infatti lo scopo di questa e di tutte le Parodie Disney è quella di avvicinare il lettore – specie i bambini e i ragazzi – ai capolavori del passato, di fare della conoscenza un’avventura senza fine. In questo “Amleto”, in particolare, i più piccoli capiscono bene e subito la differenza fra un potere legittimo e un potere usurpatore, fra il bene e il male.

UN VIAGGIO DI ESPANSIONE CULTURALE ATTRAVERSO LA FORZA,

IL CORAGGIO E LA TENACIA DELLE DONNE

di Alessandro Testa

Oggi parliamo del libro “Le Radici del Tempo”, scritto dalla talentuosa Autrice Lisa Paternoste. Ci troviamo dinnanzi ad un Romanzo complesso, intenso ed affascinante che si presta a diverse riletture in cui è possibile cogliere aspetti sempre nuovi. La collocazione temporale della Vicenda alterna la narrazione tra la fine del ‘400 fino ai giorni nostri, tessendo un sapiente parallelismo che coinvolge le vite di due giovani donne, entrambe di nome “Keren”. La “Keren” della nostra Epoca è un’intraprendente fotoreporter che si mette in viaggio per scoprire le proprie origini ispirata dal racconto della nonna, tramandato dalle donne della sua Famiglia nel corso di varie Generazioni. La “Keren” del XV Secolo, antenata della “Keren” del presente, è invece figlia di un ricco Mercante, le cui vicende partono sullo sfondo degli eventi storici che coinvolsero Granada verso il tramonto del Quattrocento, per poi dipanarsi fino in Marocco.

In una cornice composta da famiglie divise, intrighi politici e persecuzioni religiose, la “Keren” del passato si impegna nell’adempiere una promessa di protezione fatta alla sua cara amica Aisha: in questa sede non svelerò ulteriori dettagli per evitare la schiusa di particolari determinanti che potrebbero compromettere il viaggio di scoperta delle future lettrici e dei futuri lettori di questo libro. I personaggi maschili contribuiscono a tessere il filo di una trama ben costruita, ma il Tema centrale sta nella forza delle protagoniste femminili, che pertanto meritano una menzione di primo piano. In un’epoca buia costituita da violenza, divisioni e intolleranza, esistenti tanto in passato quanto nel nostro Secolo, l’antenata di Keren si pone a baluardo di valori quali amicizia, lealtà e coraggio: la narrazione si svolge sullo sfondo di eventi reali, quindi i fatti descritti sono scevri da qualsiasi retorica e contengono il seme di insegnamenti basati su fatti concreti. Pur essendo frutto di accurate ricerche storiche, le vicende narrate rispettano le ovvie esigenze del genere letterario di pertinenza, veicolando un potente messaggio di altruismo ed emancipazione allo scopo di indurre profonde riflessioni tanto nelle lettrici quanto nei lettori. Lo stile narrativo è fluido, scorrevole ed incalzante, mentre le vivide descrizioni contribuiscono ad un’esperienza di lettura coinvolgente ed immersiva. Seguendo la “Keren del presente” lungo il suo avventuroso viaggio di ricerca, – da intendere tanto in modo letterale quanto da inserire in ottica simbolica – scopriremo orizzonti e prospettive inedite che si uniranno in maniera coerente, dando forma ad un prezioso mosaico che risale fino alle origini della Storia che le viene raccontata e che Keren deciderà di vivere da protagonista, spingendosi sempre più lontano.

Un libro consigliato a tutti, da inquadrare non soltanto come semplice lettura di evasione, ma anche come un vero e proprio cammino di espansione culturale a fianco delle donne, della loro forza e della loro grande tenacia.

IL LIBRO DELLA SETTIMANA

PRISMA. Di Gianni Maritati. Con Ruggero Pianigiani

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