RICORDO DI LUIGI SALUSTRI

di Gianni Maritati

Se n’è andato pochi giorni fa nella sua bella Anzio: Luigi Salustri, poeta straordinario in lingua e in dialetto romanesco, pronipote del grande Trilussa, amico mio indimenticabile. Le raccolte “Stagioni del mio mare”, “Er mare mio” e “Nel mare e nel vento”, più il romanzo “Latte d’asina”: ecco alcuni dei tesori immensi che Luigi ci ha lasciato, insieme all’esempio di un uomo tutto d’un pezzo, dedito completamente alla sua famiglia e al suo lavoro, ad Anzio, al mare e alla poesia.

Ciao, Luigi. Lassù salutami tutti i poeti e le poetesse che ti fanno compagnia, da Saffo a Pasolini.

IL CUORE DEL VOLONTARIATO

di Ruggero Pianigiani

Nel corso della storia il volontariato emerge sempre come un elemento essenziale per il benessere delle comunità e lo sviluppo sociale. Attraverso gesti di altruismo e solidarietà, i volontari si dedicano a migliorare la vita degli altri senza aspettarsi nulla in cambio. Questo atto di generosità e dedizione non solo ha portato benefici tangibili alle persone in situazioni di difficoltà nel passato, ma continua a farlo anche oggi, contribuendo a creare legami più solidi all’interno della società e a promuovere un senso di responsabilità collettiva verso il bene comune. Per i volontari l’esperienza va oltre il semplice atto di dare, offre opportunità di crescita personale e spirituale. In un’epoca in cui sempre più persone si sentono isolate e distanti dagli altri, il volontariato offre un’opportunità preziosa per connettersi con gli altri e dare un senso di scopo e realizzazione.

Il cuore del volontariato batte forte nelle organizzazioni senza scopo di lucro, nei comitati di

quartiere, nelle chiese e in molte altre istituzioni comunitarie. In queste sfere, individui di diverse estrazioni sociali, età ed esperienze si uniscono per affrontare sfide comuni e lavorare insieme per un bene più grande.

hand heartsLa mancanza di risorse finanziarie, la scarsità di tempo e le difficoltà di raggiungere le persone più marginalizzate sono solo alcune delle sfide che le organizzazioni di volontariato devono affrontare quotidianamente. È quindi fondamentale che governi, imprese ed individui investano nel volontariato, riconoscendone il potenziale trasformativo e fornendo il supporto necessario per garantirne la continuità e l’efficacia. Esse svolgono un ruolo cruciale nel colmare le lacune lasciate dalle istituzioni, le organizzazioni non profit e i gruppi di volontariato sono in grado di raggiungere comunità ed individui che potrebbero altrimenti essere trascurati o ignorati dalle istituzioni pubbliche.

Il volontariato ha un effetto a catena che si estende ben oltre le azioni immediate di coloro che si impegnano nel servizio volontario. L’energia positiva generata dal volontariato ispira altri a seguire l’esempio, creando un ciclo virtuoso di solidarietà e generosità che si diffonde attraverso la società.

In questo momento storico, in cui la divisione e l’individualismo sembrano dominare, il volontariato rappresenta un faro di speranza e unità, un richiamo alla nostra natura fondamentale di esseri umani, evidenziando il potere trasformativo dell’amore, della compassione e della collaborazione. Inestimabile nel suo valore, continua a plasmare un mondo più inclusivo, equo e solidale per tutti.

In conclusione però è doveroso ricordare che il volontariato non dovrebbe essere visto come un sostituto delle responsabilità e degli obblighi che spettano allo Stato nei confronti della società, come ad esempio fornire servizi pubblici essenziali o garantire il benessere dei cittadini, bensì come un’aggiunta preziosa e complementare a tali doveri.

AL VIA IL CONCORSO LETTERARIO NAZIONALE “GOCCE D’INCHIOSTRO 2024” CON SCADENZA IL 30 GIUGNO

Come ogni anno un’autorevole Giuria valuterà tutti i manoscritti giunti in Viola Editrice e sarà presente durante la cerimonia di premiazione per salutare e congratularsi con i finalisti. La Giuria del Premio è composta come sempre da: Serena Aronica, esperta in letteratura italiana e letteratura Horror; dalla Prof.ssa Laura Moschini, docente di Letteratura italiana all’Università degli studi Roma Tre, esperta in letteratura di genere; presieduta dalla Prof.ssa Anna Maria Bruno esperta in letteratura italiana. Saranno proprio loro a selezionare per ognuna delle due Sezioni una rosa di 10 finalisti che verrà pubblicata sul sito della casa editrice (www.violaeditrice.it) e contestualmente comunicata agli interessati sempre ed esclusivamente via e-mail. Non mancherà la preziosa presenza del dottor Claudio Marinone, calligrafo, che aggiungerà un tocco di arte agli attestati.

Sarà presente l’editore di Viola Editrice, Valentina Succi, e condurrà l’evento Simona Sabene Tuliozzi.

Link diretto al BANDO:

http://www.violaeditrice.it/wp-content/uploads/2024/04/Bando-concorso-Gocce-dinchiostro-24-2.pdf

DUE PUBBLICAZIONI DELLA SAN PAOLO: “DIARIO DI UNA NOVIZIA” DI EMANUELA GHINI E “DIO ABITA IN CANTINA” DI MARCO D’AGOSTINO

                    1. «Il breve diario di questa monaca mi è stato dato in lettura…». Così Emanuela Ghini introduce quest’opera che può rispecchiare, in senso lato, la vicenda di ogni persona chiamata alla vita monastica. Una testimonianza ulteriore del mistero di chi dedica se stesso a Dio nella preghiera, nel silenzio, nella contemplazione, in uno sguardo davvero laterale nei confronti del nostro mondo, sempre presente nella vita di ogni monaca e di ogni monaco: vita protesa nell’amore che è Dio, verso i fratelli e le sorelle in umanità. Il diario dell’anonima novizia è preceduto da un altro scritto diaristico, della medesima persona ancora adolescente. È, dunque, la stessa giovane donna, in due momenti distinti della sua vita, a porsi quasi allo specchio e a rivelare l’intreccio di due volti della coscienza, quelli che, in fondo, abitano tutti noi: uno, ingenuo e sorpreso dal mistero indefinito della vita e uno teso al mistero di Dio. Due anime che esprimono quell’unico segreto nel quale tutti cresciamo, comprendiamo, semplicemente siamo. Il lettore che accetterà di farsi compagno di questo diario, pian piano si accorgerà di avere fatto ingresso in un piccolo gioiello di letteratura mistica, ancora possibile anche nel nostro secolo.
                       

                  1. «C’è una porta che fatico ad aprire. È forse quella che va in cantina? […] È la porta della paura, di ciò che temo, un limite oltre il quale non vado. La zona delle ragnatele, del buio, dell’umido e del freddo. Almeno, così credo». A partire da questa immagine, che fa da fil rouge attraverso tutto il libro, siamo condotti da don Marco D’Agostino a farci partecipi al cammino di un sacerdote di oggi che, per un anno, scrive a un suo vecchio amico e formatore, affrontando con lui e con sé stesso una serie di argomenti che per troppo tempo ― egli stesso dice ― ha voluto evitare (ha messo in cantina): la comunità, il servizio, il celibato, la carità sono tutti temi che, spesso, si danno per scontati nella vita di un prete, ma che non lo sono per nulla. Ma la cantina, si scopre a mano a mano, è proprio il luogo in cui abita e ci attende Dio, come per un agguato cui non possiamo mai sottrarci. Dio abita in cantina è un libro profondo, sorprendente, originale, a metà tra meditazione spirituale e fiction, che nasce dalla lunga esperienza di conoscenza e accompagnamento dell’autore nei confronti di preti in crisi e non, in una società sempre più complessa e difficile per chi sceglie di dedicarsi completamente al servizio della sua comunità. Un libro pieno di speranza, evocata anche in mezzo al dolore, mai negato, «poiché, dalla cantina al cielo, passando per la terra, è ancora possibile farcela».

VIAGGIARE NEL MONDO DELLA MUSICA CLASSICA

Nicola Campogrande ci accompagna in un viaggio esperienziale nel mondo della musica classica per tutti, anche per chi non l’ha mai ascoltata. All’interno del libro tanti QRcode per ascoltare i brani. Nicola Campogrande, “STORIA DELLA MUSICA CLASSICA. Il racconto di un’avventura straordinaria, dal Medioevo a Spotify”. «La musica classica ci piace perché è un concentrato di mondo. Un estratto di idee. Una spremuta di storie. Continuiamo a cantare e a suonare partiture vecchie di secoli proprio perché istintivamente ci rendiamo conto che sui suoi pentagrammi risiede una quantità di dettagli, di pensieri, di immagini che oltrepassano il piacere dell’ascolto e sfruttano la bellezza come un trampolino: e così assaporiamo una melodia, godiamo di un’armonia, ci lasciamo elettrizzare da un ritmo o da un impasto timbrico, ma insieme, magari in modo solo intuitivo, abbiamo la percezione che ci stia arrivando altro, talvolta molto altro». Anche quando non ne sappiamo nulla, la musica classica ci colpisce perché ci mette in contatto con la bellezza e lo struggimento, con la gioia e la melanconia, con lo stupore e con la potenza delle nostre emozioni. Ma conoscerne la storia, il contesto, le radici arricchisce la nostra fruizione di altre dimensioni, rendendola più articolata e consapevole, più ricca, più intensa, più profonda. Sapere come nasce e come evolve una forma musicale, capire perché una partitura segue la grammatica di un’epoca o come la sovverte, distinguere una tecnica dall’altra, uno stile dall’altro, un linguaggio da un altro linguaggio, ci consente di mettere in relazione un compositore e le sue opere con lo spirito del suo tempo, con gli echi del passato, con gli stimoli che provengono dal futuro.

glorioso protagonista.

LA FESTA DEL LIBRO DI OSTIA IN TV (DA GIULIANO TESTA)

IL LIBRO DELLA SETTIMANA

PRISMA. Di Gianni Maritati. Con Ruggero Pianigiani

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