LIBERTA’ DI STAMPA, LIBERTA’ DI LEGGERE

Di Gianni Maritati

(dal mensile “Leggere tutti”)

Libertà, responsabilità, democrazia. Ruota attorno a questi tre princìpi il giornalismo, come ha sottolineato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ricevendo ai primi di marzo, al Quirinale, i vertici della Casagit, la cassa autonoma di assistenza integrativa dei giornalisti italiani. La “libertà di stampa è fondamentale per la nostra democrazia, come per qualunque democrazia. Che vede nella nostra Costituzione una tutela netta, chiara, indiscutibile, a fronte della quale vi è una assunzione di responsabilità da parte dei giornalisti: la lealtà, l’indipendenza dell’informazione, la libertà di critica, nel rispetto della personalità altrui, il rispetto dei fatti. Ma è un elemento indispensabile della nostra democrazia, e questo carattere di indispensabilità, io ho cercato tante volte di richiamarlo e sottolinearlo”.

Un appello importante, anche se l’Italia, nell’apposita classifica mondiale stilata da Reporter Senza Frontiere, nel 2023 ha recuperato posizioni passando dal 58° posto al 41°. Disinformazione, campagne di intimidazione online, propaganda, intelligenza artificiale, stallo normativo, precarietà: queste alcune delle minacce che in tutto il mondo, e quindi anche in Italia secondo il Rapporto di Reporter Senza Frontiere, mettono a rischio la libertà di informazione.

Un tema molto dibattuto, questo, che possiamo affrontare nei suoi molteplici aspetti attraverso alcuni testi interessanti. A partire dal saggio di Pierluigi Allotti “La liberà di stampa. Dal XVI secolo a oggi” (Il Mulino). In molti Paesi, oggi, questo diritto fondamentale è negato e i giornalisti vengono perseguitati se non uccisi. Un diritto concepito nell’Inghilterra del Seicento come corollario alla libertà di coscienza, proclamato a fine Settecento in Francia dalla Dichiarazione dei diritti dell’uomo e del cittadino, negli Stati Uniti dal Primo emendamento alla Costituzione, in Italia dallo Statuto albertino: sancito finalmente nel 1948 dalla Dichiarazione universale dei diritti umani. Molto utile anche la lettura di “Fammi parlare. Comunicazione, fake news, odio mediatico e libertà di stampa” di Tiziana Ciavardini e Marino D’Amore (Primiceri editore). L’Articolo 21 della nostra Costituzione esprime due principi complementari e indissolubili: la libertà del giornalista di poter informare e il diritto del cittadino ad essere informato.

La libertà di stampa va di pari passo con la lettura, che è una forma essa stessa di libertà. Leggere (senza subìre censure) aiuta ad aprire la mente, ad incontrare nuovi mondi e nuove culture, ad esercitare lo spirito critico e dialettico. Leggere diventa così una scuola di vita, una palestra di pluralismo, tolleranza, democrazia. Una scuola diffusa, sempre rigenerante e ricca di fermenti. Parliamo prevalentemente della lettura su carta, ma anche degli strumenti elettronici e digitali: insieme rendono la lettura un baluardo sicuro contro l’indifferentismo generale che attanaglia la nostra società.

Proviamo allora a segnalare quale titolo. Ne abbiamo scelti tre. Il primo è un saggio di Alberto Manguel “Una storia della lettura” (Vita e Pensiero), un classico che si presenta in una nuova edizione ampliata e aggiornata. E dove troviamo una frase illuminante: «Grazie a questa attività magica, senza tempo e senza limiti, quello che leggiamo e il modo in cui leggiamo diventano, in un senso molto concreto, ciò che chiamiamo Universo. Borges aveva avuto l’intuizione giusta». Molto importante anche il saggio “Close reading” di David Greenham (Einaudi), centrato sulla “lettura ravvicinata”, un’abilità che ogni lettore dovrebbe coltivare. Questo libro è la guida pratica ideale a cogliere la profondità, la ricchezza e il piacere della lettura.

      Il terzo libro che vogliamo segnalare è “La lettura felice. Conversazioni con Marcel Proust sull’arte di leggere” di Guido Vitiello (Il Saggiatore). La lettura può essere un bellissimo incantesimo ma anche un tormentoso sortilegio, che ci “separa” dal mondo ma al tempo stesso ci aiuta a “leggere” il mondo. E’ un “apriti, sesamo” che ci schiude una realtà di gioie e dolori che ci appartiene profondamente. E che ci costringe a non lasciarci lusingare dal disinteresse e dall’apatia.

I 120 ANNI DI TITANUS (DI NUNZIANTE VALOROSO)

A partire dal 27 giugno arriveranno al cinema 5 capolavori restaurati

Io penso che nella mia vita di produttore mi basterà aver fatto il Gattopardo

Goffredo Lombardo

È sicuramente l’evento dell’estate cinematografica 2024. La Titanus, per festeggiare i 120 anni dalla fondazione, in collaborazione con Nexo Digital e Rai Com, riporta in sala, restaurati, cinque capolavori del cinema italiano. Si tratta di un vero e proprio festival che celebra i 120 della prima casa cinematografica italiana fondata a Napoli nel 1904 da Gustavo Lombardo e portata all’apice del successo dal figlio Goffredo grazie alla collaborazione coi Grandi Maestri del Cinema Italiano. Tra le storie a marchio Titanus compaiono commedie all’italiana, capolavori come Il Gattopardo, musicarelli, polizieschi, colossal sino ad arrivare alle prime serie tv. Per festeggiare l’anniversario dei 120 anni, da giovedì 27 giugno per cinque settimane torneranno al cinema secondo il seguente calendario cinque capolavori prodotti da Titanus restaurati.

Tra le primissime Case di produzione e distribuzione internazionali nate in Europa e guidata oggi dal nipote del fondatore, Guido Lombardo, Titanus è stata caratterizzata fin dagli inizi da una politica produttiva all’avanguardia, basata sulla ricerca e la sperimentazione che la portano oggi a vantare oltre 1.500 titoli tra film e serie tv prodotti e distribuiti e una library di circa 400 titoli a catalogo: un patrimonio unico e prezioso non solo per il settore audiovisivo, ma per la storia e cultura d’Italia. Oggi, grazie al consolidamento della unità di produzione, Titanus Production, continua il suo lavoro con una nuova generazione di contenuti (film, serie tv, branded content) sotto la guida di Maria Grazia Saccà. Titanus 120° Classics è un festival organizzato da Nexo Digital, Titanus e Rai Com e si svolge in tutti i cinema italiani che aderiscono all’iniziativa (elenco su nexodigital.it) in collaborazione con il media partner MYMovies.it. Ecco una panoramica dei cinque classici, con le date di uscita :

Dal 27 giugno al 3 luglio

IL GATTOPARDO di Luchino Visconti, 1963

con Burt Lancaster, Alain Delon, Claudia Cardinale, Paolo Stoppa, Rina Morelli

Luchino Visconti porta nel film un’ineguagliabile fusione di arte, storia e pensiero. Il romanzo originario di Giuseppe Tomasi di Lampedusa diventa per il regista l’occasione di sviluppare la sua personalissima versione della recherche proustiana, attraversata da un fitto dedalo di luci e ombre, intrisa di realismo verghiano fatalista. Il Gattopardo è avviluppato da una coltre funebre: la frase forse più celebre del film, “perché tutto rimanga com’è bisogna che tutto cambi”, sembra vergata nel marmo di una lapide. E non solo suona come interpretazione storica di un paese succube di un trasformismo atavico e infrangibile, ma ha anche il sapore di una considerazione che trascende il momento e riecheggia un sentimento universale. Per citare Martin Scorsese, Il Gattopardo è “uno stupefacente arazzo cinematografico in cui ogni gesto, ogni parola, la disposizione di ogni oggetto in ciascuna stanza richiama in vita un mondo perduto”. Per tutti gli interpreti principali, si tratta del film che ha segnato in maniera indelebile la loro già gloriosa carriera. Fortemente voluto da Goffredo Lombardo, a dispetto di un impegno produttivo che rischiò di metterlo irreparabilmente in ginocchio, Il Gattopardo è l’emblema delle produzioni Titanus, dove l’arte e lo spettacolo si incontrano per raccontare la storia con un tratto indelebile. Tra l’altro la versione restaurata permette di godere appieno, per la prima volta, dello spettacolare formato panoramico Technirama (della Technicolor) in cui Visconti volle immortalare le sue pittoriche composizioni.

Dal 4 luglio al 10 luglio

LA CIOCIARA di Vittorio De Sica, 1960

con Sophia Loren, Jean-Paul Belmondo, Eleonora Brown, Carlo Nicchi, Raf Vallone

Dopo un lungo silenzio seguito al tonfo del Tetto, Vittorio De Sica e Cesare Zavattini si riscattano con un film che ha segnato la storia del cinema italiano. Tratto da un romanzo di Alberto Moravia, La ciociara è commedia, tragedia, spettacolo, realismo, amalgamati in un equilibrio che ha del prodigioso. Un racconto di poderosa fluidità, che riflette sulla Storia rifiutando proclami ideologici che durano una stagione, ma ripiegandosi invece sull’esperienza di un dramma privato. Forse è anche per questo che il successo e l’influenza del film non accennano a sfumare. Ma soprattutto è il film di Sophia Loren, non solo bellissima come sempre, ma capace di imporre al suo personaggio una complessità di sfumature formidabile: seducente, rabbiosa, dolce, protettiva, disperata… Di aggettivi potremmo aggiungerne molti altri ancora, tale è lo spessore della tela che l’attrice riesce a tessere.

Dall’11 luglio al 17 luglio

ROCCO E SUOI FRATELLI di Luchino Visconti, 1960

con Claudia Cardinale, Alain Delon, Renato Salvatori, Annie Girardot, Duilio Morini, Katina Paxinou, Paolo Stoppa

Oggi Rocco e i suoi fratelli è considerato uno dei capolavori del cinema mondiale. Eppure, durante le riprese e dopo la sua uscita fu osteggiato in tutti i modi dalle forze allora al governo, diventando un caso su cui l’opinione pubblica italiana si confrontò e si spaccò. In un clima politico rovente e di profondi cambiamenti, Visconti sente il bisogno di approfondire con sguardo lucidissimo, il discorso sulla società. Partendo dall’opera di Giovanni Testori e trovando ispirazione in Thomas Mann, Dostoevskij, Verga, il film distilla la purezza del melodramma, rinnova radicalmente la lezione del neorealismo e costruisce una tragedia in cinque atti. Il tema che emerge con forza dirompente è la famiglia che si autodistrugge, in un’Italia lacerata dall’emigrazione dei meridionali al Nord, a dispetto del “miracolo economico”. Un’opera di profondità e bellezza immortali, sostenuta da un cast di attori formidabilmente efficaci. Da ricordare, nella parte della madre, la stupenda attrice greca Katina Paxinou che, nel 1943, vinse l’Oscar per la sua interpretazione di Pilar in “Per chi suona la campana”.

Dal 18 luglio al 24 luglio

PANE, AMORE E FANTASIA di Luigi Comencini, 1953

con Vittorio De Sica, Gina Lollobrigida, Marisa Merlini, Virgilio Riento, Tina Pica, Roberto Risso

Film amatissimo dal pubblico di ieri e di oggi, Pane, amore e fantasia ha reinventato la commedia, con buona pace di certa critica impegnata che quando incontra gioia e leggerezza si copre gli occhi e crede che “neorealismo rosa” sia un’offesa mortale. Comencini sintetizza così le sue intenzioni, perfettamente realizzate: “Volevo una commedia paesana, di caratteri, elegante, senza volgarità, con un’ambientazione sociale delineata”. Il mondo e il teatro si fondono con naturalezza insuperata. È un inno al piacere di fare (e guardare) un cinema di personaggi vivi, di attori immediatamente irresistibili, di ritmi coinvolgenti dal primo all’ultimo momento. Un capolavoro di immediatezza comunicativa. La Bersagliera Gina Lollobrigida, mai così brava e bella, e il sornione e buffo maresciallo De Sica portano tra il pubblico un nuovo divismo, fresco e scanzonato, che ha lasciato un segno indelebile.

Dal 25 luglio al 31 luglio

LA PRIMA NOTTE DI QUIETE di Valerio Zurlini, 1972

con Alain Delon, Sonia Petrova, Giancarlo Giannini, Lea Massari, Renato Salvatori, Alida Valli

Cos’è “la prima notte di quiete”? Lo spiega il professor Dominici: dietro al verso di Goethe, si nasconde il sollievo della morte, un sonno finalmente senza sogni. Valerio Zurlini con questo film si conferma un grande narratore dell’uomo contemporaneo, con tutte le contraddizioni che lo rendono uno straniero a sé stesso. Il regista amalgama il sublime delle raffinate citazioni letterarie e pittoriche con il degrado delle ambientazioni riminesi livide, volgari, segnate da lugubri penombre. Riesce a tessere un universo straordinariamente denso che alterna tormento, tenerezza, sete di purificazione, senso di colpa, estasi fuggitiva da melodramma puro, derive autodistruttive. Alain Delon, che si appassiona a tal punto al personaggio da partecipare al film anche in veste di produttore (non senza screzi con Zurlini), nei panni del professore crea uno dei suoi personaggi più intensi, impregnato di angoscia e capace di improvvisi slanci di dolcezza. La prima notte di quiete è un capolavoro dell’arte del Novecento.

C’era una volta – Vasco Francesco Fonnesu”: premiata Maria Sofia Ortu alla XXXI edizione del concorso di letteratura per ragazzi

La scrittrice arianese ha ricevuto la ‘Segnalazione Particolare della Giuria’ per il suo ultimo libro, ‘Il Segreto di Mattia’, edito da Polis Sa Edizioni. La premiazione si è svolta a Monterchi, in provincia di Arezzo. Un nuovo riconoscimento per la scrittrice arianese Maria Sofia Ortu. Il suo ultimo libro, ‘Il Segreto di Mattia’, edito da Polis Sa Edizioni, è stato premiato nell’ambito della XXXI edizione del Concorso Nazionale di Letteratura per ragazzi “C’era una volta – Vasco Francesco Fonnesu” Sezione 2 – Testi editi. Maria Sofia Ortu con il suo ultimo lavoro ha ricevuto la ‘Segnalazione Particolare della Giuria’. La premiazione si è svolta a Monterchi, in provincia di Arezzo. ‘Il Segreto di Mattia’, già vincitore della Menzione Speciale della Giuria nell’ambito del Premio Costa d’Amalfi Libri 2023, è una fiaba che affronta in modo delicato il tema del bullismo.

CONSIGLI DI LETTURA PER L’ESTATE

PRISMA. Di Gianni Maritati. Con Ruggero Pianigiani

PER RICEVERE LA NEWSLETTER, MANDARE UNA MAIL A: G.MARITATI@TISCALI.IT

Blog OstiAnimazione su Facebook: https://www.facebook.com/OstiAnimazione-113783449994695/

ASSOCIAZIONE CULTURALE CLEMENTE RIVA:

Codice Iban: IT 10 N 08327 03231 000000006461 assclementeriva@gmail.com; 3273590986

Lascia un commento